La Menzogna (The Lie) 

(ENGLISH)

It hadn’t been vanity that drove him to de-age treatments, but the lie on his lips – “for the mission” – still tasted like stale synth-caf swill. Dr. Antonello Rossi eyed himself in the lab mirror, the rejuvenated face ill-fitting on his soft, bulky frame. Once, this body fueled hikes through Titan’s cryo-geyser fields. Now, he wheezed just walking the sterile hallways. Each damn step a reminder he was trapped in a life half-lived.

His lab buzzed with the usual symphony: sequencers churning out algae samples, award plaques practically wallpapering the space, all bought with corporate credits that did nothing to ease the growing hollowness. His ex’s words didn’t haunt him. “You worship your damn work, not me,” had been more blunt observation than accusation. She moved on, probably with some toned gym rat half his age, and in this warped future, chi lo poteva biasimare? (who could blame her?)

The Hope Cap pulsed a dull throb against his skin. “Focus on success, manifest your destiny,” the sales-droid had gushed. Right. Maybe it worked for those corpo-sharks – the sharp grin on his reflection could pass for one of theirs now. But Rossi had been born back when calendars hadn’t gone haywire, and in the old Sicilian village, you made your destiny with calloused hands, not some neural gimmick.

Another ration pill hit his tongue, not synth-beef this time, but sickly sweet ‘berry blast’. Keeps the hunger gnawing, makes you less aware you’re eating lab-grown gunk. “Gotta focus, Doc!” he grunted, mocking himself. The cap itched. Focus on work, yes, but less on those algae strains on the monitor and more on that vid tucked in his data-stash. Rome burning again, riots spilling over to Florence soon.

Earth was dying, crops wither-black in poisoned soil. Not that the vids show the half of it – smells, the fear – things a ‘focus cap’ doesn’t erase. His job… hell, maybe the damn thing did work by clouding his judgment. Before, off-world colonies were ‘Earth’s salvation’. Now, Rossi saw ‘escape hatch for the rich’. No matter what super-algae he made, folks who’ll eat it won’t be those starving in the streets.

A twinge of petty defiance flared. That cap’s gotta be one big fregatura (scam), tricking desperate suckers like him… yet… What if those rumors were true? Warp reality through sheer will? Rossi scoffed, once upon a time he’d have torn apart such nonsense. Now… he reached for the withered algae sample – once his ticket to Titan, now…maybe an anchor for one last act of defiance against a cosmos gone wrong.

Tomorrow, maybe he goes on-air about the cap, blows the whistle on these false hopes. The corps would ruin him, of course, but he already did that himself long ago. Or…he tries that stupid reality hack. Force an end to his failures, force those damned plants to live so those in the streets…He yanked off the cap, nausea washing over him alongside rage. His hands shook. At himself, at a world on the precipice, at…everything.

At who he’d become.

(Italiano)

Non era stata la vanità a spingerlo a sottoporsi ai trattamenti di de-invecchiamento, ma la bugia sulle labbra – “per la missione” – aveva ancora il sapore di una stantia brodaglia di caffè sintetico. Il dottor Antonello Rossi si guardò allo specchio del laboratorio, con il viso ringiovanito che mal si adattava alla sua struttura morbida e ingombrante. Una volta, questo corpo alimentava le escursioni nei campi criogenici di Titano. Ora ansimava anche solo camminando per i corridoi sterili. Ogni maledetto passo gli ricordava che era intrappolato in una vita vissuta a metà.

Il suo laboratorio ronzava con la solita sinfonia: sequenziatori che sfornavano campioni di alghe, targhe di riconoscimento che praticamente tappezzavano lo spazio, tutte acquistate con crediti aziendali che non facevano nulla per alleviare il crescente vuoto. Le parole della sua ex non lo perseguitavano. “Tu adori il tuo dannato lavoro, non me”, era stata più un’osservazione schietta che un’accusa. Lei era andata avanti, probabilmente con un palestrato con la metà dei suoi anni, e in questo futuro distorto, chi lo poteva biasimare? (chi poteva biasimare?)

Il cappuccio di Hope pulsava come una pulsazione sorda contro la sua pelle. “Concentrati sul successo, manifesta il tuo destino”, aveva detto il droide di vendita. Giusto. Forse funzionava per quegli squali del corpo: il sorriso tagliente sul suo riflesso poteva passare per uno dei loro adesso. Ma Rossi era nato quando i calendari non erano andati in tilt, e nel vecchio paese siciliano il destino si costruiva con le mani callose, non con qualche marchingegno neurale.

Un’altra pillola di razione gli colpì la lingua, questa volta non di carne sintetica, ma di “berry blast” dolce e stucchevole. Mantiene la fame, ti fa capire meno che stai mangiando roba prodotta in laboratorio. “Devo concentrarmi, Doc!” grugnì, prendendosi in giro. Il berretto prudeva. Concentrarsi sul lavoro, sì, ma meno su quei ceppi di alghe sul monitor e più su quel video nascosto nel suo archivio dati. Roma bruciava di nuovo, le rivolte si sarebbero presto estese a Firenze.

La terra stava morendo, le coltivazioni erano nere e appassite nel terreno avvelenato. Non che i video ne mostrino la metà: gli odori, la paura, cose che un “tappo di fuoco” non può cancellare. Il suo lavoro… diavolo, forse quella dannata cosa ha funzionato annebbiando il suo giudizio. Prima le colonie extramondo erano “la salvezza della Terra”. Ora, Rossi vedeva una “via di fuga per i ricchi”. Non importa quale super-alga abbia prodotto, la gente che la mangerà non sarà quella che muore di fame nelle strade.

Si accese una fitta di meschina sfida. Quel tappo deve essere una grande fregatura, che inganna i fessi disperati come lui… eppure… E se quelle voci fossero vere? Deformare la realtà con la sola volontà? Rossi si schernì, una volta avrebbe fatto a pezzi queste sciocchezze. Ora… prese il campione di alghe appassite: un tempo era il suo biglietto per Titano, ora… forse un’ancora per un ultimo atto di sfida contro un cosmo andato storto.

Domani, forse, andrà in onda per parlare del tappo, per denunciare queste false speranze. L’emittente lo rovinerebbe, ovviamente, ma lui stesso l’ha già fatto da tempo. Oppure… prova a fare quello stupido reality hack. Costringere a porre fine ai suoi fallimenti, costringere quelle maledette piante a vivere, in modo che quelli nelle strade… Si tolse il cappuccio, la nausea lo invase insieme alla rabbia. Le mani gli tremavano. Contro se stesso, contro un mondo sull’orlo del precipizio, contro… tutto. Per quello che era diventato.

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